Monforte d’Alba e’ uno degli 11 comuni che costituiscono la zona del Barolo. Siamo nel cuore delle Langhe, in provincia di Cuneo. L’origine di Monforte è antichissima con insediamenti e ritrovamenti che risalgono all’eta’ della pietra e all’epoca romana. Il suo nome deriva dal latino Mons fortis, vale a dire villaggio fortificato in cima ad un bricco e fa riferimento alle mura e alle 3 grandi porte che in epoca medievale racchiudevano il borgo e lo rendevano inattaccabile.

ERETICI:

Proprio dentro queste mura, piu’ di 1000 anni fa, si sviluppo’ una comunità di eretici, in seguito definiti Catari, che fece proseliti in questi territori e in tutte le zone dell’Albese.

Praticavano una religione basata sulla povertà, sull’integrità, sulla purezza e una spirititualita’ estrema. Per evitare che l’eresia si propagasse, nel 1028 gli abitanti furono fatti prigionieri sotto ordine dell’arcivescovo Ariberto d’Antimiano, portati a Milano e bruciati sul rogo.

TERRITORIO:

I terreni di questa zona sono speciali, hanno un’origine Marina e risalgono a 130 milioni di anni fa, quando l’intera zona costituiva il fondale del mare padano. 15 milioni di anni fa terremoti molto importanti portarono all’emersione delle Langhe, del Monferrato e delle colline di Torino. La natura del terreno si è sempre prestata all’agricoltura e all’allevamento, e ha fatto si che negli ultimi anni ci sia stata una forte specializzazione nella viticoltura e nella vinificazione dei vitigni autoctoni come Barbera, Dolcetto e Nebbiolo.
Il vino Barolo, l’enogastronomia, il turismo e la ristorazione di qualità hanno dato spinta e forza ai mirati lavori di ristrutturazione di tutto il borgo medievale che ora è ritornato a splendere.
Siamo nelle Langhe, qui si producono vini tra i piu pregiati al mondo. Nel 2014 queste magnifiche colline sono diventate patrimonio Unesco dell’umanità.

LA SARACCA:

La Saracca deriva dal termine saracinesca ed era il cuore della Monforte medievale: ospitava locande e laboratori artigianali, piccole fiere e mercati. Qui sorgeva piazza d’Assi, cosi chiamata per la pavimentazione in legno, che serviva come luogo di ritrovo, mercato coperto e ricreazione per gli alunni delle scuole. Lungo la piazza della saracca si incontrano la cappella di Santa Lucia, il vecchio ospedale, palazzi nobiliari ed edifici popolari addossati e scavati nell’arenaria sino al muro del castello.

7 SENTIERI :

Il territorio è percorso da 7 sentieri tracciati per camminate e giri in mountain bike. Monforte è collegato anche al tracciato BAR to BAR per escursioni dalla zona Barolo fino a quella del Barbaresco.

TORRE CAMPANARIA (SECOLI XII-XVIII) :

in origine utilizzata come torre di vedetta dai primi consignori di Monforte, successivamente campanile dell’antica Santa Maria de Castro. Verso la metà del XIII sec. fu ampliata con la costruzione di due navate, quella di sinistra era detta” dei manichei. Durante la demolizione dell’antica s.maria de castro avvenuta nei primi decenni del 900 fu rinvenuta una madonna col bambino ( affresco della seconda metà del 400) ora visibile nella cappella della residenza don carlo ocole. Dal 1927 il campanile è torre civica. Il sagrato dell’antica chiesa in origine acciottolato presenta oggi gradoni inerbiti ed é utilizzato come auditorium a ” cielo aperto”, intitolato nel 1986 al pianista Horszoswi. Qui si svolge MonforteinJazz, uno dei piu importanti eventi musicali italiani che richiama negli anni grandi artisti italiani ed internazionali.

ORATORIO DELLA CONFRATERNITA DI S. AGOSTINO E S.BONIFACIO:

La chiesa dei disciplinanti bianchi da sempre è definita dei battuti ( denominazione che richiama l’antica pratica dell’autoflagellazione), ed è in stile barocco. La facciata con mattoni a vista divisa in due ordini da un cornicione. L’interno è ad aula e conserva un altare maggiore ornato dalle grandi statue in gesso di s.agostino e di sua madre s. monica e da un’eleborata struttura che ospitava l’ostensorio. Il piccolo campanile conserva ancor oggi tracce di una meridiana. Nel 2014 il preesistente portale è stato ristrutturato dall’artista Mathys ed é stato rivestito con pannelli in bronzo sui quali compaiono il tetramorfo (simbolo dei 4 evangelisti, con l’angelo di matteo, il leone di marco, il bue di luca e l’aquila di giovanni) e due labirinti simbolo del percorso di penitenza Acquistato nel 1987 dal comune e utilizzato x eventi diversi

ORATORIO DELLA CONFRATERNITA DI S. ELISABETTA:

La chiesa dei disciplinanti bianchi da sempre è definita dei battuti( denominazione che richiama l’antica pratica dell’autoflagellazione), ed è in stile barocco. La facciata con mattoni a vista divisa in due ordini da un cornicione. L’interno è ad aula e conserva un altare maggiore ornato dalle grandi statue in gesso di s.Agostino e di sua madre s. Monica e da un’eleborata struttura che ospitava l’ostensorio. Il piccolo campanile conserva ancor oggi tracce di una meridiana. Nel 2014 il preesistente portale è stato ristrutturato dall’artista Mathys ed é stato rivestito con pannelli in bronzo sui quali compaiono il tetramorfo (simbolo dei 4 evangelisti, con l’angelo di matteo, il leone di marco, il bue di luca e l’aquila di giovanni) e due labirinti simbolo del percorso di penitenza Acquistato nel 1987 dal comune e utilizzato x eventi diversi

CHIESA PATRONALE DELLA MADONNA DELLA NEVE:

Fortemente voluta dal parroco di allora don Bartolomeo Dallorto e in gran parte costruita dalla popolazione di Monforte, fu dedicata alla Madonna della neve e fu iniziata nel giugno del 1909 e terminata nell’ottobre del 1912. E’ in stile neo-gotico e presenta una pianta a croce latina. Lo spazio interno è scandito in campate coperte da volte a crociera, sostenute da grandi pilastri. Il prospetto principale è preceduto da un’ampia gradinata. La facciata è divisa in tre corpi verticali. Sui portali compaiono altorilievi.
l’imponente campanile è alto 54 metri, alleggerito in alto da bifore e terminante con una balaustra e una cupola; agli angoli le statue degli evangelisti. Il Battistero, all’inizio della navata sinistra, presenta ricchi stucchi e statue in legno; quattro cappelle si aprono lungo le pareti laterali. Nel presbiterio, delimitato dalla ricca balaustra in marmo bianco di Carrara e giallo di Siena, si nota l’altare settecentesco in marmi pregiati che venne qui trasportato nel 1912.
Interessanti le vetrate del coro, nell’abside pentagonale, provenienti da Linnich, in Germania, alla cui base sono visibili gli stemmi dei Del Carretto e degli Scarampi. Gli affreschi che decorano i due bracci del transetto, tra cui “Il miracolo della neve” (all’origine dell’erezione della Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma) e le “Storie di Maria”.

PORTA DEL RICETTO:

Per ricetto si intende la parte più fortificata della villa, il borgo medievale protetto dalle mura ed l’unica delle tre porte rimasta che difendeva il castello e le sue ad adiacenze. un sottopasso, recante su mattone la data 1622, immette alla piazza dell’antica chiesa. La difesa del borgo era inoltre completata da due elementi naturali: la rupe scoscesa a est e la ripa boscosa ovest. in seguito, tra il XIII e il XV secolo, il borgo murato venne ampliato verso il basso con un sistema urbano di tipo radiale a ventaglio. Strutture abitative e vie interne furono dislocate principalmente secondo l’andamento delle curve di livello, con uno alcune via di intersezione
Dalla porta sud, salendo verso la sommità del paese attraverso pittoriche stradine acciotolate, si incontrano le dimore signorili già dei Baroni della Torre, dei Conti de Magistris e la residenza castellana dei Marchesi Scarampi del Cairo.