Barolo DOCG: un vino con una storia e un territorio

La vite è una pianta decisamente particolare. Cresce su terreni su cui tutte le altre piante faticano a crescere, richiede anni di cura prima di dare i suoi primi frutti e ha bisogno poi di un’attenzione costante per essere sana e produttiva. Tuttavia il frutto della vite, l’uva, è così straordinario da valere tutta la fatica necessaria per superare ogni difficoltà.

I diversi vitigni, il loro rapporto con il terreno da cui traggono il nutrimento e con l’esposizione al sole che influisce sulla maturazione dei grappoli danno delle uve estremamente diverse tra loro e da questi frutti così vari si ottengono tipologie di vino praticamente infinite.

Per questo motivo praticamente ogni territorio in cui si può coltivare la vite ha una sua produzione di vino unica e irripetibile, ma in alcuni casi, come il Barolo DOCG e in particolare quello di Manzone Giovanni, l’eccezionalità del prodotto nasce da una storia antica di lavoro e impegno.

Molti terreni coltivati a uva nebbiolo intorno al paese di Barolo erano proprietà, nell’Ottocento, dei marchesi Falletti e fu proprio a partire dall’impulso dato da questa famiglia nobile che nacque il vino che oggi porta in tutto il mondo il nome di questa località. Il merito della creazione di questo prodotto va al marchese Tancredi Falletti e soprattutto alla moglie Juliette Colbert, più nota in Italia come Giulia Falletti di Barolo, discendente da una famiglia di vinificatori per la corte francese.

Fin dal 1830 i Falletti di Barolo avevano ingaggiato Paolo Francesco Staglieno, il più celebre enologo del tempo per dare prestigio al proprio nebbiolo. Grazie all’opera di questo esperto, che si occupava anche delle vigne dei Savoia e del Conte di Cavour, e all’impegno organizzativo e promozionale della marchesa Giulia il Barolo divenne un vino diffuso in tutte le corti europee, come simbolo di lusso e di eleganza.

Anche se oggi il prezzo del Barolo lo rende accessibile non solo alle teste coronate, le caratteristiche di questo vino dalla storia antica lo rendono ancora un prodotto unico, di assoluta eccellenza.

Come si riconosce un buon barolo?

Quando si parla di vini DOCG domande come questa diventano estremamente frequenti, ma non è sempre facile dare delle risposte chiare. Non c’è dubbio, infatti, che il vino Barolo DOCG abbia delle caratteristiche ben definite: rosso granato, sentore olfattivo complesso, con predominanza toni fruttati e floreali, sapore intenso e persistente. Tuttavia, ogni vigna, a seconda della composizione del terreno e dell’esposizione geografica, produce delle uve nebbiolo con caratteristiche diverse e, di conseguenza, anche i profumi e i sapori del Barolo DOCG prodotto in località differenti variano in modo significativo.

Diventa quindi difficile dire come si riconosce un buon Barolo proprio perché è problematico definire precisamente delle caratteristiche del vino Barolo che siano migliori di altre.

Ad esempio, noi della cantina Manzone Giovanni, produciamo tre diversi tipi di Barolo, provenienti da terreni diversi: il Barolo Castelletto, il Barolo Gramolere e il Barolo Bricat. Dobbiamo confessarvi, però, che faticheremmo sinceramente a dire quale sia il migliore e d’altra parte è forse più giusto così: il Barolo è un vino complesso e ciascuno di noi ne apprezza in particolare alcune caratteristiche rispetto ad altre. Chi ama il Barolo può preferire, quindi, il profumo di frutti di bosco e tabacco del nostro Barolo Castelletto DOCG oppure le note più speziate del Barolo Gramolere DOCG, oppure ancora le note di noce e cioccolato tipiche del Barolo Bricat DOCG.

Quanti tipi di Barolo ci sono?

Come abbiamo visto, le caratteristiche di un vino Barolo variano in modo significativo in base alla vigna che produce le uve nebbiolo da cui è realizzato ed è per questo motivo che, oltre alla denominazione di origine controllata e garantita DOCG che caratterizza tutti i Barolo, è consentita anche una menzione geografica aggiuntiva.

Mediante questa indicazione, infatti, si possono distinguere diversi tipi di Barolo e si valorizza così, al tempo stesso, l’unicità di ogni territorio. Attualmente le menzioni geografiche aggiuntive per il Barolo sono oltre 160 e si riferiscono a vigne presenti in ogni parte della zona di produzione che comprende interamente i territori dei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e parzialmente quelli di La Morra, Grinzane Cavour, Monforte d’Alba, Roddi, Cherasco, Verduno, Novello e Diano d’Alba.

La nostra azienda vinicola, ad esempio, produce con la menzione geografica aggiuntiva Castelletto e con quella Gramolere dalle cui uve produciamo anche il nostro Barolo Bricat DOCG.

Il vino Barolo, come abbiamo visto, ha una lunga storia, radicata nel territorio da cui prende il nome e i suoi profumi e sapori sono così ricchi e intensi da consentire molte variazioni sul tema, indicate anche con una particolare menzione geografica aggiuntiva del Barolo DOCG.

Se volete conoscere meglio il Barolo e immergervi nel suo mondo vi aspettiamo per una visita alle cantine Manzone Giovanni per conoscere la nostra azienda e gustare, naturalmente, i nostri vini.